IannottaVIA CRUCIS 2018 - Commenti di Tiziana Iannotta Paternò Castello di Catania

I STAZIONE
Gesù è condannato a morte da Pilato, per compiacere la folla urlante e che se ne lava le mani

Ancora oggi ci sono Stati in cui vige la pena di morte, ancora oggi si condannano innocenti per motivi politici o per paura di affermare la verità. Ancora oggi ci sono persone che affermano “ in questo caso ci vorrebbe la pena di morte”....
Non si può mai togliere la vita ad un uomo, quando si fa si torna indietro di millenni, quando vigeva la legge del taglione.
Dobbiamo capire che questa non è giustizia e che la vita degli uomini appartiene solo a Dio.
Chiediamo a Dio di non essere vigliacchi.

II STAZIONE
Gesù è caricato della croce
Dopo le flagellazioni anche l'umiliazione di essere caricato della croce su cui verrà appeso.
Quante volte noi crocifiggiamo le persone sparlando di loro, cercando di diminuire il loro valore per accrescere il nostro e cercare di farci belli agli occhi degli altri....E poi, quando la persona ci guarda negli occhi per dire , con dolore, “so che mi hai flagellato” noi le rispondiamo “è colpa tua” e così aggiungiamo il peso della croce dell'umiliazione al ludibrio degli altri.
Non siamo diversi da coloro che flagellarono ed umiliarono Gesù.
Chiediamo che il nostro cuore si ricordi dell'amore autentico per la Verità.

III STAZIONE
Gesù cade per la prima volta
Gesù è stremato, martirizzato, piagato, sanguinante, con la corona di spine che gli infligge un dolore lancinante e continuo al capo, con il peso della croce addosso, Lui, vero Dio e vero Uomo non ce la fa più: cade.
Quante volte un uomo stanco, avvilito, carico di preoccupazioni, senza visione del futuro, ammalato, sfinito, cade...
Un uomo che chiede a Dio: perché? Perché tutto questo? Non ce la faccio più! È troppo per me!
Un uomo che cade e si sbuccia le ginocchia, cade e tradisce la moglie per dimenticare “il male di vivere”, cade e va in depressione, cade e vive per strada.
Un uomo stanco, ferito, umiliato, oppresso.
Signore, ti preghiamo di darci la forza che ebbe Gesù nel rialzarsi a fatica, abbracciare la sua croce, ed andare avanti, in salita.

IV STAZIONE
Gesù incontra sua madre
Il figlio accettato, voluto, amato , oggi incontra la madre mentre va a morire. Lui sapeva da prima, lei sapeva da prima che quello sarebbe stato il loro destino.
Quanto dolore in questo incontro, il dolore dell'ineluttabilità, dell'abbandono, della separazione.
Il dolore di dover accettare una prova che ci fa orrore, che ci sgomenta.
Ti preghiamo Signore, perché tu possa lenire i cuori di tutti i figli destinati a morire e di tutte le madri che li vedono morire.

V STAZIONE
Simone di Cirene viene caricato della croce di Gesù e lo segue
Simone tornava dai campi, dopo una giornata di duro lavoro, viene fermato e gli viene imposto di portare la croce di Gesù, dietro di lui.
La croce è pesante, Gesù cammina piano, si trascina, lascia una scia di sangue, sul suo sangue Simone il Cireneo, cammina scivolando, lentamente, carico di un peso non suo, di una morte non sua.
A volte chiediamo a Dio ragione del nostro coinvolgimento in un male altrui, ragione della nostra pena per una malattia di un nostro congiunto, gli diciamo: io che c'entro?! Non vogliamo portare i pesi degli altri, ci bastano già i nostri, ma, a volte, veniamo messi accanto a persone che, senza di noi, non ce la farebbero, per condividere il loro peso ed aiutarle nelle prove.
Signore, dacci l'umiltà e la pazienza necessarie per condividere le croci degli altri.

VI STAZIONE
Veronica asciuga il volto di Gesù
Gesù trasuda sangue e sudore, è il volto di un malfattore condannato a morte, che si trascina fra due ali di folla giudicante ed aggressiva....di là Veronica, senza curarsi del giudizio degli altri, o delle conseguenze che il suo gesto può avere, si fa un varco in mezzo all'odio , gli si avvicina, gli deterge il viso, per dargli un minimo di sollievo.
Un piccolo gesto che racchiude un grande amore, la carità, la pietà, l'empatia nei confronti di un uomo sofferente.
Lei forse non ha chiaro se Gesù sia davvero il Figlio di Dio, forse è confusa, forse pensa che possa essere anche un malfattore, ma il suo cuore le dice che quello è un uomo che soffre e che lei non può girarsi dall'altro lato, né stare indifferente a guardarlo passare....e fa l'unico , piccolo gesto di aiuto che è in grado di fare.
Signore, aiutaci a non volgere lo sguardo altrove, a guardare in faccia la sofferenza dei fratelli, senza giudicarli, anche se ci disturba, anche se ci sconvolge e dacci il coraggio di fare quei “piccoli gesti” che fanno la differenza.

VII STAZIONE
Gesù cade per la seconda volta
Gesù è sempre più stanco, provato, spossato, la salita è sempre più erta, o, almeno, così gli sembra.
Ogni passo è un dolore, cade, ancora, e aggiunge dolore al dolore, piaga a piaga, non ce la fa, la solitudine lo assale, lo piega, lo atterra.
L'uomo cade, e con lui cadono tutti gli uomini della terra senza speranza, senza forze, senza futuro.
Signore dacci la forza e la voglia di rialzarci ancora.

VIII STAZIONE ­
Gesù incontra le donne di Gerusalemme che piangono su di lui
Lo seguono, si lamentano, piangono perché vedono solo la morte del Cristo, sono disperate perché pensano che sia tutto perduto, ma lui le ammonisce: ‘Non piangete su di me, ma su voi stesse e sui vostri figli...’
In quel momento, Gesù è infastidito dalla poca fede di quelle donne, che piangono perché non hanno capito che Lui non muore per sempre, che Lui risorgerà, che lui le sta salvando.
Non dobbiamo piangere la morte, ma pregare per la vita che si apre quando si spezzano i sigilli della vita eterna.

IX STAZIONE
Gesù cade per la terza volta
La pesantezza dell'incredulità delle donne, lo sforzo nell'ammonirle, Lui, già così provato, cade per la terza volta, sotto il peso dei peccati altrui.
Il basto delle nostre mancanze è sempre più pesante, a volte, insopportabile, aggiunge l'impotenza alla stanchezza.
Ma con le ultime risorse, con le ultime forze, per la terza volta, Gesù si rialza.
Signore, fa che noi troviamo sempre le ultime risorse nella nostra fiducia in te, che ci dà la forza di rialzarci ancora ed ancora ed ancora.

X STAZIONE
Gesù è spogliato delle vesti
Come si può umiliare ulteriormente un innocente condannato a morte, flagellato, sbeffeggiato, deriso, incoronato di spine, carico della croce, sputato?
Togliendogli l'ultimo simbolo di dignità: gli abiti…e giocandosi a sorte la tunica senza cuciture e perciò di valore.
Quanti uomini abbiamo deriso, flagellato, spogliato, innocenti, la Shoah, corpi nudi non più umani, in fila ad aspettare il proprio turno per morire.
Cosa abbiamo fatto?!?!?! Abbiamo crocifisso un innocente, abbiamo spogliato popolazioni intere, abbiamo derubato innocenti, abbiamo reificato l'uomo.
Signore, ti preghiamo di avere lo stomaco forte per guardare in faccia i nostri misfatti e mai, mai più, commettere questi orrori nei confronti dei più deboli, delle donne, dei bambini.
Che nessuno mai più debba dire guardando tutti i crocifissi che ti hanno seguito “se questo è un uomo”.

XI STAZIONE
Gesù viene inchiodato sulla croce
Ogni volta che diciamo il falso, accusando un altro, diamo un colpo con il martello; ogni volta che non accogliamo un fratello e che, uniformandoci al sentire comune, non leviamo alte le nostre voci per dire che siamo tutti uguali, diamo un colpo con il martello, ogni volta che volgiamo le spalle a chi ci chiede il nostro aiuto, diamo un colpo con il martello.
Signore, disarma la nostra mano e rendici capaci di piantare chiodi cui appendere opere di pace.

XII STAZIONE
Cristo muore in croce
Un grido altissimo “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”: è lo stesso grido dei bambini in guerra, delle madri che partoriscono sole nel deserto dell'indifferenza, delle madri che portano i figli straziati in braccio, dei padri che perdono il lavoro, dei giovani costretti a partire, delle persone violate, torturate,dei malati incurabili.
Tu muori sulla croce, su quella croce su cui, ad estremo dileggio, viene appeso il cartello I.N.R.I., Iesus Nazarenus Rex Iudeorum, e ti fai come noi, sconfitto, dolente, fallito.
Tu diventi davvero il Re dei Giudei, anzi, il Re del Mondo, nel momento in cui ti uccidono, ti rivestono di regalità, ti innalzano su tutto il mondo, come in quel magnifico quadro di Salvador Dalì, in cui Tu, con la tua croce , sei sospeso sul mondo .
Porta i nostri fallimenti con te, nel sepolcro, perché lì, ove l'abisso è più fondo, possano diventare cuscini di luce su cui camminare per tornare a vedere l'alba della nuova vita.

XIII STAZIONE
Gesù è deposto dalla croce e consegnato alla madre
Tutto è compiuto, il tuo corpo esanime viene riabbracciato da tua madre, testimone straziata, umile, che ti stringe per l'ultima volta fra le braccia. Quella madre cui hai consegnato un altro figlio, il tuo diletto discepolo, cui hai affidato anche lei, come a dire: nulla finisce: tu avrai ancora una madre e tu avrai ancora un figlio.
Si può sempre trovare un figlio da accudire, anche se la vita ce ne strappa uno, si può sempre dare ancora amore ad una madre, anche se altrui: siamo tutti fratelli, i figli sono di tutti e le madri anche.
L'amore non può essere confinato nell'ambito ristretto di una famiglia, deve dilagare, spargersi intorno per fruttificare.

XIV STAZIONE
Gesù è deposto nel sepolcro
Ti hanno avvolto in un candido lino, dopo averti cosparso le membra di mirra ed aloe, ti hanno scavato nella roccia, in un posto mai usato prima, una tomba nuova, ultimo gesto d'amore di chi ti aveva conosciuto ed amato, hanno chiuso il sepolcro , al buio, rotolando la pietra davanti al varco d'ingresso.
Ora sei lì, solo, al buio, finalmente non soffri più, finalmente la definitiva Verità si apre nel buio.
Fuori dalla porta le donne, Maria e Maria di Màgdala, ancora indugiano.
Signore, fai che la sapienza del cuore delle donne possa essere sempre profezia della Tua Verità.

XV STAZIONE
Gesù risorge dai morti
Perché cercate tra i morti Colui che è vivo? Egli non è qui, è Risorto.
Le donne ti cercavano per aggiungere aromi al tuo corpo, ma Tu già avevi ripreso la strada verso il Padre.
Tu , che avevi già sconfitto la morte di Lazzaro, oggi Tu sei fra noi, Cristo il Vivente, ci hai lasciato il Tuo Spirito ad aiutarci, hai rinnovato il tuo patto d'amore con noi, nel perdono.
Tu accompagni la nostra vita nella Verità e sconfiggi la morte del peccato, ci sostieni nelle prove e nel dolore, ci sei compagno di cammino.
Signore ti chiediamo di farci risorgere ancora una volta con te e fa sì che il simbolo del cristiano sia una croce vuota, sconfitta.

Amor omnia vincit.