FrancescaL’identità di Rinascita Cristiana

RC è nata in tempo di crisi, per i tempi di crisi, per stare vigile ed attiva non solo entro il confine ma sul confine... indirizzata cioè come gruppo e insieme di  gruppi alla missione di dialogo culturale e promozione solida e seria umano-cristiana dell'ambiente di vita in cui Dio ha messo ciascuno e il gruppo.

Il fine ultimo del gruppo e del movimento è la evangelizzazione missionaria:la promozione della fede vissuta presso i lontani dalla fede e vita cristiana.

Poi si è arrivati rapidamente alla crisi odierna: il lavoro è divenuto precario, la sicurezza sociale è diminuita e la caratterizzazione dei nuovi destinatari o aderenti a RC, sempre meno formati religiosamente dall'ambiente d'origine, si è spostata forse in modo tale da non permettere più una individuazione dei nostri destinatari su base sociologica-sociale. Restava solo l'idea della "azione del simile sul simile" come la più immediata e diretta indicazione.

E il richiamo allora e oggi ad una spiritualità di Incarnazione come fatto totale che ci caratterizza come movimento di spiritualità.

Qualcosa  da cambiare. Documento programmatico 2014 – 16

Da tempo Rinascita Cristiana avverte il bisogno di per-correre la strada del rinnovamento e sente l’urgenza di dare struttura ad un modo di vivere l’esperienza di Movimento più adatto ai tempi e alle persone di oggi.

Si tratta di spostare il baricentro del volto e dell’anima di RC in fedeltà al carisma espresso dallo statuto. Dal gruppo alla città.

Rinascita Cristiana, nata soprattutto come movimento cittadino, vuol rimettere al centro l’espe-rienza cittadina e territoriale. Quando parliamo di città in Rinascita Cristiana pensiamo a tutti gli aderenti al Movimento presenti in quella realtà urbana e ai nuovi amici con cui vogliamo intraprendere un cammino che porti a cambiamenti significativi e ad un rinnovamento umano, sociale ed ecclesiale.

 E’ nella città in cui concretamente viviamo che incontriamo autenticamente l’altro ogni volta che aiutiamo anche una sola persona a vivere meglio, a lottare per i suoi diritti e per la sua dignità.

La città è quindi anche un luogo mentale e culturale, un luogo teologico secondo le indicazioni di Evangelii Gaudium.

Si tratta di spostare l’accento sulle forme, sullo stile di lavoro e nella prospettiva da assumere.

Il gruppo è l’esperienza fondamentale di RC, è un’esperienza di comunità e amicizia cristiana, è luogo privilegiato per il discernimento personale e comunitario, per il cambiamento. Ma il singolo gruppo non basta a se stesso vive ed è dinamico in unione al movimento cittadino.

  • Dal pensare all’agire concreto. l’agire nel mondo è la risposta ineludibile ai segni dei tempi per rendere parlante e comprensibile la voce del Risorto accolta nella meditazione. Questo esige un agire personale e un agire comunitario che debbono essere programmati. Rinascita Cristiana come movimento ecclesiale ha lo scopo di agire sulle culture dominanti per la trasformazione delle mentalità attraverso la narrazione e la testimonianza di una novità di vita conforme al vangelo.

  • Pregare o “interiorizzare con fede” è un passaggio essenziale nel procedere dal pensare all’agire. Infatti ciò che spinge al cambiamento, alla conversione e ad un agire nuovo non è solo il pensare ma è la forza dello Spirito di Dio che ci invita ad “uscire” nelle strade e nelle piazze. (PdL 1998)

L’evangelizzazione di RC nel contesto socio-culturale di oggi

In una società omologata e massificata Rinascita Cristiana caratterizza la sua proposta mettendo al centro coscienza, libertà e responsabilità quali strumenti preziosi per un discernimento cristiano.

Crea luoghi e occasioni di dialogo e confronto per esercitare tale discernimento

Cerca nel dialogo con le diverse espressioni culturali e religiose le iniziative più efficaci e le soluzioni più appropriate per costruire un mondo più giusto e solidale. ( Documento preparatorio, maggio 2012)

  1. Negli ultimi anni RC ha posto l’accento sull’uomo e sulla città

Questo cammino ha reso Rinascita Cristiana più consapevole che è urgente, oggi più che mai, superare la frammentazione culturale ed etica in atto e leggere il vissuto per compiere un reale e personale cammino di maturazione umana e cristiana.

  1. La sfida delle culture urbane: la città è un ambito multiculturale in cui si gioca la convivenza, la segregazione, la violenza, l’accoglienza  e la solidarietà (E G 74-75)

(PdL 2014-15)

  1. Le periferie esistenziali e “le nuove forme di povertà e di fragilità in cui siamo chiamati a ricono-scere Cristo sofferente” (EG n. 210) e di cui “tutti noi cristiani siamo chiamati a prenderci cura” (EG n. 216) “piccoli ma forti dell’amore di Dio”.
  2. Gli stranieri e gli immigrati portatori di nuove culture e religioni

 

Il lavoro dei nostri gruppi è stato decisamente importante e innovativo; con l’aiuto dell’Evangelii Gaudium abbiamo approfondito gli aspetti conoscitivi delle nostre città, ma lo abbiamo fatto sul campo e ci siamo arricchiti nel confronto con tante esperienze laiche ed ecclesiali che sono presenti, crescono e vivono nei nostri quartieri, nei nostri municipi, nelle realtà in cui viviamo. E’ stato questo un primo passo nel Divenire Alleanza un rendersi conto che insieme ad altri è possibile comprendere meglio, abbattere luoghi comuni e pregiudizi, cambiare, partecipare ed impegnarsi.

La meditazione poi ci ha permesso di capire il valore che la Bibbia dà alla città pur nelle sue ambiguità di bene e di male, di sopraffazione ed egoismo e di solidarietà e generosità. La Parola di Dio, sia nell’Antico che nel Nuovo Testamento, è stata per i nostri gruppi un dono prezioso per dare spessore spirituale al nostro “essere cittadini” della città terrestre con il sogno di realizzare già qui un anticipo della città futura, quella Gerusalemme celeste verso la quale tutti camminiamo. E abbiamo capito che il cristianesimo ai suoi albori è nato e si è diffuso nelle città: i grandi centri urbani dell’epoca, Atene, Efeso, Corinto… Roma sono stati i luoghi privilegiati dell’annuncio di novità portato dai primi cristiani.

 

Uscire dal tempio e abitare la città – Per vivere luoghi di incontro e dialogo e crescere in umanità (2016 -2018)

Alcune attitudini da coltivare

• Adattare alla realtà locale le indicazioni na­zionali coniugando creatività personale e fedeltà al Movimento.

•  Aprire le porte al cambiamento.

•  Condividere e collaborare con tutti.

•  Creare opportunità per tutti nel Movimen­to e fuori.

Alcuni principi da ricordare

• Il tempo è superiore allo spazio;

• L’unità prevale sul conflitto;

• La realtà è più importante dell’idea;

• Il tutto è superiore alla parte.

(Da Evangelii Gaudium 222-237)

 

La sfida di una spiritualità missionaria

“La pastorale in chiave missionaria esige di abban­donare il comodo criterio pastorale del “si è fatto sempre così”. Invito tutti ad essere audaci e crea­tivi in questo compito di ripensare gli obiettivi, le strutture, lo stile e i metodi evangelizzatori del­le proprie comunità. Una individuazione dei fini senza un’adeguata ricerca comunitaria dei mezzi per raggiungerli è condannata a tradursi in mera fantasia”. (Evangelii Gaudium 33)

 

E noi oggi dopo due Piani di lavoro sulla città siamo ancora capaci di animare cristianamente le culture delle nostre città? Siamo ormai convinti che nel cuore della città incontriamo Dio e che la fede in Gesù Cristo ci impegna ad essere sale e lievito per rinnovare e fermentare la coscienza personale e collettiva attraverso una costante opera di conversione?

La melodia dell’alleanza

Quando l’abbiamo sentito per la prima volta? Qual era la melodia? Qual è l’esperienza fondante del nostro gruppo, del nostro movimento?  Quando ci siamo ricordati di questa melodia? Quando l’abbiamo dimenticata? Che cosa possiamo fare per ricordare la melodia ed essere fedele al “primo amore”, al nostro primo entusiasmo, alle nostre prime esperienze ed emozioni profonde che hanno orientato la nostra vita in modo decisivo?