La morte è sconfitta, la vita risorge
Morte e Vita si sono affrontate in un prodigioso duello.
Consiglio Permanente della CEI
Lunedì 18 marzo si è aperto il Consiglio Permanente della CEI con una ricca prolusione del Cardinale Presidente Card. Matteo Zuppi. Secondo il Cardinale la pace è la priorità in assoluto di questo momento storico e le parole di Papa Francesco non sono "ingenue" o dette per caso perchè "il valore della vita è superiore a ragionamenti o schieramenti". Un invito per le elezioni europee sia a votare che a scegliere chi rappresnta i nostri valori. Un appello al Paese per "un nuovo welfare" che sia attento soprattutto ai più anziani e "piena applicazione" della legge sulle Dat (disposizioni anticipate di fine vita). (Il testo integrale)
Nel comunicato finale il Segretario Mons. Giuseppe Baturi ricorda che ancora una volta i vescovi italiani si sono soffermati sull'impegno della chiesa per la pace. Altri temi sono stati il cammino sinodale delle diocesi italiane, una riflessione sulla figura dei padrini e delle madrine e un'importante riflessione introdotta da una indagine di Paola Bignardi, curata dall'Istituto Toniolo, in merito a fede e giovani oggi. Infine riguardo alla situazione socio-politica del nostro paese è stato ripreso dal Card. Zuppi un veccchio adagio dei vescovi italiani "il Paese non crescerà, se non insieme". Il comunicato è a disposizione sul sito della CEI.
COMECE: i Vescovi europei verso le elezioni
Per un voto responsabile che promuova i valori cristiani e il progetto europeo
Noi, vescovi delegati delle Conferenze Episcopali dell’Unione Europea, invitiamo tutti i cittadini, in particolare i cattolici, a prepararsi e a esprimere il proprio voto nelle prossime elezioni europee di giugno 2024. Il progetto europeo di un’Europa unita nella diversità, forte, democratica, libera, pacifica, prospera e giusta è un progetto che condividiamo e di cui ci sentiamo responsabili. Siamo tutti chiamati a portarlo avanti anche esprimendo il nostro voto e scegliendo responsabilmente i deputati che rappresenteranno i nostri valori e lavoreranno per il bene comune nel prossimo Parlamento Europeo.
Il progetto di integrazione europea nasce dalle ceneri delle terribili guerre che hanno devastato il nostro continente nel secolo scorso provocando immenso dolore, morte e distruzione. È stato concepito con l’intento di garantire pace, libertà e prosperità. È sorto grazie al coraggio e alla lungimiranza di persone che hanno saputo superare le inimicizie storiche e creare una realtà nuova che rendesse praticamente impossibile in futuro la guerra nel nostro continente. Inizialmente questo progetto era un progetto economico, ma comportava comunque una dimensione sociale e politica e dei valori condivisi. Molti dei padri fondatori dell’Unione Europea erano cattolici praticanti che credevano fortemente nella dignità di ogni essere umano e nell’importanza della
comunità. Crediamo che per noi europei questo progetto iniziato più di 70 anni fa debba essere sostenuto e portato avanti.
Papa Francesco, messaggio per la Quaresima
«Il mondo brancola nei conflitti, ma in tanti campi vince la fraternità». Nel messaggio per la Quaresima 2024 Papa Francesco riconosce che l’umanità ha raggiunto «livelli di sviluppo scientifico, tecnico, culturale, giuridico in grado di garantire a tutti la dignità» ma occorre ripensare gli stili di vita. Il messaggio è intitolato «Attraverso il deserto Dio ci guida alla libertà». di Pier Giuseppe Accornero
TEMPO DI GRAZIA - Un segnale della schiavitù in noi è «la diffusa mancanza di speranza, il vagare senza una terra promessa verso cui tendere insieme». Il tempo forte di Quaresima offre un’occasione per iniziare un cammino di libertà in quanto «tempo di grazia in cui il deserto torna a essere, come annuncia il profeta Osea, il luogo del primo amore. Dio educa il suo popolo, perché esca dalle sue schiavitù e sperimenti il passaggio dalla morte alla vita». Il primo passo è «vedere la realtà. Anche oggi il grido di tanti fratelli e sorelle oppressi arriva al cielo. Arriva anche a noi? Se abbiamo ceduto all’indifferenza, dobbiamo confessare che siamo sotto il dominio del faraone, che ci rende esausti e insensibili. È un modello di crescita che ci divide e ci ruba il futuro. La terra, l’aria e l’acqua ne sono inquinate, ma anche le anime ne vengono contaminate.
INCAPACI DI SOGNARE - Il dominio che ci opprime spegne perfino il desiderio di un cambiamento del mondo: «C’è un deficit di speranza, un impedimento a sognare, un grido muto che arriva fino a Dio». Non si spiegherebbe altrimenti – è il ragionamento di Bergoglio - «come mai un’umanità giunta alla soglia della fraternità universale e a livelli di sviluppo scientifico, tecnico, culturale, giuridico in grado di garantire a tutti la dignità brancoli nel buio delle diseguaglianze e dei conflitti». Ma – assicura il Pontefice - «Dio non si è stancato di noi», nonostante ci sia un altro laccio che ci tiene legati, quello degli idoli che spinge a coltivare una vita basata «sul potere tutto, essere riconosciuti da tutti, avere la meglio su tutti. Possiamo attaccarci al denaro, a progetti, idee, obiettivi, alla nostra posizione, a una tradizione, persino ad alcune persone. Invece di muoverci, ci paralizzeranno. Invece di farci incontrare, ci contrapporranno».
PREGHIERA, ELEMOSINA, DIGIUNO - La Quaresima chiede di «fermarci in preghiera alla presenza di Dio e di fermarci, come il samaritano, alla presenza del fratello ferito. Preghiera, elemosina e digiuno, sono tre espressioni del movimento di apertura e di svuotamento di sé a cui il tempo quaresimale ci invita». La Quaresima è anche «tempo di decisioni comunitarie, che incidano sul luogo che abitiamo». In concreto il messaggio indica: «Le abitudini negli acquisti, la cura del creato, l’inclusione di chi non è visto o è disprezzato». Invita ogni comunità cristiana a «offrire ai fedeli momenti in cui ripensare gli stili di vita; darsi il tempo per verificare la propria presenza nel territorio e il contributo a renderlo migliore».
DARE SPERANZA ALL'UMANITÀ - «Nella misura in cui questa Quaresima sarà di conversione, l’umanità smarrita vedrà balenare una nuova speranza». E conclude invitando al coraggio: «Cercate e rischiate, cercate e rischiate. In questo frangente storico le sfide sono enormi, gemiti dolorosi. Stiamo vedendo una terza guerra mondiale a pezzi. Ma abbracciamo il rischio di pensare che non siamo in un’agonia, bensì in un parto; non alla fine, ma all’inizio di un grande spettacolo. Ci vuole coraggio per pensare questo. È il coraggio della conversione, dell’uscita dalla schiavitù». E conclude con una bella citazione di Charle Péguy, tratta da «Il portico del mistero della seconda virtù»: «La fede e la carità tengono per mano questa bambina speranza. Le insegnano a camminare e, nello stesso tempo, lei le tira in avanti».
ANCHE LA VIGNETTA - Presentando il messaggio in Sala stampa vaticana il cardinale prefetto del Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale Michael Czerny spiega: «Ritroviamo qui i principali temi delle encicliche “Laudato si’” e “Fratelli tutti". «In un tempo in cui troppe difficoltà pesano enormemente su ognuno di noi, il Vangelo apre una strada nel deserto e ci annuncia che la nostra schiavitù è già finita. Il nostro è un cammino di fede da cui dipende la possibilità di sperare. E sperare significa sia avere fiducia in Dio che guardare avanti nella storia». Interviene anche il disegnatore Mauro Pallotta, in arte Maupal, noto per i suoi murales dedicati a Francesco nei dintorni del Vaticano, ora impegnato in alcuni progetti all’interno delle carceri. (Il messaggio)
IL SUSSIDIO DELLA CEI PER LA QUARESIMA
Le nostre comunità si apprestano a intraprendere il cammino della Quaresima, itinerario spirituale che ci invita a riscoprire la bellezza del nostro battesimo, per rinnovare la scelta di seguire Cristo sulla via della croce e prendere parte alla vittoria pasquale. Anche quest’anno, i tempi di Quaresima e di Pasqua saranno accompagnati dal sussidio preparato dalla Conferenza Episcopale Italiana. (Il sussidio)
C'è un ritorno dell'antisemitismo, la Repubblica non lo tollererà
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella il 26 gennaio ha aperto le celebrazioni per il giorno della memoria con un discorso nel Palazzo del Quirinale alle massime autorità dello Stato. Un discorso da leggere integralmente e sui cui riflettere attentamente. Dopo aver ricordato gli orrori della deportazione e dei campi di concentramento voluti dalle tirannidi fasciste in Europa il Presidente si è soffermato su il ritorno di un pericoloso antisemitismo: "che ricalca antichi stereotipi antiebraici, potenziato da social media senza controllo e senza pudore. La nostra Costituzione dispone con chiarezza: tutti i cittadini sono portatori degli stessi diritti. La presenza ebraica è stata fondamentale per lo sviluppo dell’Italia moderna e nella formazione della Repubblica.
Le comunità ebraiche italiane sanno che l’Italia è la loro casa e che la Repubblica, di cui sono parte integrante, non tollererà, in alcun modo, minacce, intimidazioni e prepotenze nei loro confronti [...]. Parole d’ordine, gesti di odio e di terrore sembrano di nuovo affascinare e attrarre, nel nostro Continente ma anche altrove.
Su questo occorrerebbe compiere un’approfondita riflessione: indagando le motivazioni che spingono numerose persone a coltivare in modo inaccettabile simboli e tradizioni di ideologie nefaste e minacciose, che hanno portato all’umanità soltanto dolore, distruzione, morte [...].
Sentiamo crescere in noi, di giorno in giorno, l’angoscia per gli ostaggi nelle mani crudeli di Hamas. L’angoscia sorge anche per le numerose vittime tra la popolazione civile palestinese nella striscia di Gaza [...].
Coloro che hanno sofferto il turpe tentativo di cancellare il proprio popolo dalla terra sanno che non si può negare a un altro popolo il diritto a uno Stato. Ci ostiniamo a rimanere fiduciosi nel futuro dell’umanità. Nella convinzione profonda che un futuro intriso di intolleranza, di guerra e di violenza, non sia il desiderio iscritto nelle coscienze delle donne e degli uomini. (L'intero discorso)